“…quando l’arte della pratica sportiva Thai Boxe si fa maieutica…”
Già dal titolo del progetto: Diversamente Equivalenti Muay Thai Young si intuisce il legame con la prassi dell’uso pedagogico della Maieutica: ovvero il metodo pedagogico fondato sulla partecipazione attiva del soggetto.
La disciplina della thai boxe ha un forte nesso con la pedagogia e la maieutica andando ad interagire con il mondo di emozioni – legame – aggancio – relazioni. Ovvero si avvale della Pedagogia delle emozioni. In particolar modo si fa riferimento alle riflessioni che ha fatto la dott.ssa Cristina Angioni Sociologa – istruttrice Thai Boxe – Mediatrice dei Conflitti durante la sua esperienza ormai decennale con i ragazzi/atleti che hanno frequentato il corso di thai boxe “Muay Thai Young” presso A.S.D. Sempre Avanti Associazione Storica di Bologna, all’interno della stessa la dott.ssa Cristina Angioni ha svolto la sua tesi di laura “la modifica del sé tramite la pratica sportiva della Thai Boxe e Boxe; analisi di sfondo che è servita durante il tirocinio universitario ad impostare il corso dedicato ai ragazzi dai 10 ai 21 anni, che oltre ad essere un corso altamente tecnico avesse all’interno anche una strategia pedagogica. Durante gli allenamenti si lavora anche sulle relazioni ed emozioni. Si lavora sulle abilità dei ragazzi trasmettendo loro che queste possono essere trasferite nelle sfere di realtà quotidiana, ovvero l’acquisizione delle competenze per la riuscita nelle diverse sfere della vita dei giovani, sono complementari l’una rispetto all’altra come trasferibilità e consapevolezza delle competenze.
Fin dalle prime lezioni si cerca di trovare una giusta motivazione ed “aggancio” per motivare gli adolescenti ad utilizzare la pratica sportiva della Thai Boxe come spazio all’interno del quale sperimentarsi in modo divertente e positivo. Si cerca d’ innescare negli adolescenti una morfogenesi del sé che equivale ad un cambiamento di stile di vita e di premure fondamentali. Partendo dall’assunto che sono l’emozioni che guidano gli adolescenti, con i ragazzi lavoriamo sui tre ordini di realtà che costituiscono una persona, quello naturale, pratico e sociale in modo concatenato. Gli strumenti operativi utilizzati, sono lo sport e la mediazione umanistica che utilizzano la maieutica come “terapia, educazione, contenitore, facilitatore”. Ciò significa produrre una abitudine (habitus) alla disciplina anche nella vita quotidiana, implementa negli adolescenti e giovani il controllo della sfera emotiva, nuove progettualità e priorità.
Cosa vuol significare la disciplina sportiva si fa maieutica?
I giovani implementano attraverso il gioco (attività sportiva Thai Boxe), sperimentando sensazioni ed emozioni positive e le loro risorse personali. Si incrementano nei giovani la percezione positiva di sé, si aumentano le capacità pratiche (motorie), si diminuisce il senso di vuoto e d’insoddisfazione, trovano un’attività in cui impegnarsi, in cui poter espletare (esplorare) le proprie capacità…La peculiarità maieutica è di intendere un corso di Thai Boxe per ragazzi che tiene conto prevalentemente dell’aspetto educativo, attraverso la buona pratica sportiva, per monitorare la modifica del sé nel beneficiario. Considerato l’alto valore formativo e ri-creativo delle attività sportive, in special modo quelle nelle quali il confronto fisico è regolato da rigide norme di comportamento e senso di lealtà, il giovane impara durante l’allenamento sportivo ad essere stimolato ad un cambiamento di prospettiva accettando il passaggio all’essere un soggetto la cui identità si realizza tramite la relazione con l’altro, entro un contesto di pratiche e regole comuni. La pratica sportiva della thai boxe assume quindi un valore centrale, non solo come azione ludica o impegno costante, ma come momento di capacitazione del giovane a qualcosa che gli interessa, a cui possa prendere parte attivamente, attraverso l’acquisizione di capacità proprie, che diventano un bagaglio conoscitivo e che possono essere utilizzate fattivamente per il riconoscimento delle proprie emozioni un’adesione al sistema di valori e regole condivisi e un riposizionamento del giovane all’interno di un contesto di interrelazione – favorendo uno sviluppo di capabilities e creando condizioni che fungano da empowerment delle capacità possedute – la pratica sportiva può rappresentare una preziosa occasione per la trasmissione e l’“allenamento” di valori e atteggiamenti condivisi. Non è lo sport in sé ad essere pedagogico, sono piuttosto gli strumenti che si acquisiscono tramite la pratica sportiva a costituire una componente determinante del percorso pedagogico.
In quest’ottica, il significato dell’attività sportiva diviene il “giocare bene”, in modo virtuoso, non solo tendendo all’eccellenza dell’esperienza ludica attraverso il mero rispetto delle regole, bensì tentando di crescere come persona attraverso l’impiego e l’esercizio delle proprie capabilities, sia in riferimento alla sfera della spiritualità che a quella della corporeità.il cambiamento del sé (morfogenesi), origina sempre dall’ordine naturale (Corpo), cioè dalla condizione fisica che è primaria per il benessere dell’individuo; le emozioni provate durante gli allenamenti, prima emergono dal corpo per poi essere trasferite negli altri due ordini di realtà pratico o sociale.
L’allenamento sportivo è fonte di benessere capace di innescare trasformazioni più profonde. Percorso che consente l’acquisizione della consapevolezza delle proprie competenze, partendo dalla conoscenza del proprio corpo. Inoltre, l’atmosfera che si crea anche rispetto al gruppo, pur rispettando le caratteristiche personale, propone un naturale scambio di competenze e strategie comuni di integrazione e interscambio relazionale.La pratica sportiva influisce sulla trasformazione del sé generando una nuova identità personale e sociale. Le emozioni provate durante l’allenamento innescano la morfogenesi del sé. Il cambiamento del sé deriva dal processo riflessivo messo in atto dai partecipanti nei vari ambiti ovvero contesto naturale, pratico e sociale, rendendoli così soggetti attivi nella gestione della propria vita. I tre ordini di realtà, naturale, pratico e sociale vengono così colmati e le competenze acquisite traslando da un ordine all’altro tornano ad essere in equilibrio. Tramite il peculiare approccio al “fare sport” si verifica il cambiamento. L’apprendimento durante gli allenamenti di strategie per superare le difficoltà e per eseguire una buona tecnica alla quale si tenga, l’impegno e la costanza che deve essere profusa per giungere alla fine di un buon allenamento, l’esecuzione in modo corretto di una tecnica, il controllo emotivo e della propria fisicità che si deve tenere nello scambio con gli altri partecipanti, divengono bagaglio di conoscenza propria del giovane che consciamente utilizzerà nella vita quotidiana. Facilitazione di espressione canalizzata e costruttiva dell’aggressività. Il cambiamento del sé (morfogenesi), origina sempre dall’ordine naturale (Corpo), cioè dalla condizione fisica che è primaria per il benessere dell’individuo; le emozioni provate durante gli allenamenti, prima emergono dal corpo per poi essere trasferite negli altri due ordini di realtà pratico o sociale.
L’allenamento sportivo è fonte di benessere capace di innescare trasformazioni più profonde. Percorso che consente l’acquisizione della consapevolezza delle proprie competenze, partendo dalla conoscenza del proprio corpo. Inoltre, l’atmosfera che si crea anche rispetto al gruppo, pur rispettando le caratteristiche personale, propone un naturale scambio di competenze e strategie comuni di integrazione e interscambio relazionale.
Scritto da Cristina Angioni